Questo è il più grande glossario al mondo sulla neve e le valanghe. Attualmente con più di 100 termini standardizzati disponibili in 9 lingue. Una risorsa che viene costantemente aggiornata e ampliata.
Glossario
B
Base di parete rocciosa
Parte inferiore di una parete rocciosa che spesso si prolunga in un pendio di detriti
Come regola generale, questo implica la presenza di un cambio di pendenza, più o meno marcato che riduce l’inclinazione del pendio sottostante. Il piede di una parete rocciosa identifica frequentemente l’inizio di un pendio estremamente ripido o ripido.
Brina di superficie
Cristalli di ghiaccio trasparenti, a forma piana o aghiforme, che si formano per sublimazione sulla superficie fredda della neve per trasferimento di vapore acqueo verso la superficie che si raffredda al di sotto della temperatura ambiente per irraggiamento.
Vedi anche: www.snowcrystals.it
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C
Cambiamento diurno
Il pericolo di valanghe può variare molto durante la giornata. Le situazioni primaverili sono tipiche: dopo una notte chiara il pericolo di valanghe e basso di mattina però aumenta durante il giorno dipendente dal rialzo termico e la radiazione solare. Anche comune in casi di nevicate forti, attività del vento prolungata e pioggia.
Cristalli a calice, brina di profondità, neve senza coesione
Cristalli cavi con angoli e striature sulle loro superfici. Questo tipo di cristallo è il risultato di un metamorfismo costruttivo in presenza di un elevato gradiente di temperatura.
La brina di profondità è un tipico strato debole.
Classe granulometrica: da 2 a 5 mm o maggiore
Vedi anche: www.snowcrystals.it
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D
Deflusso di acqua di falda
L’acqua che fuoriesce dal terreno, ad esempio, viene sollevata attraverso un gradiente di pressione idraulica tra la superficie del terreno e il manto nevoso sovrapposto. L’acqua viene fatta avanzare attraverso canali nel terreno o viene immagazzinata in forma di ghiaccio nel terreno che si scioglie. Anche sorgenti sono chiamate deflussi di acqua di falda. Entrambe le cose portano all’acqua liquida all’interno del suolo nevoso, destabilizzando il manto nevoso.
Densità della neve
La densità è definita come rapporto tra massa e volume. A seconda della sua situazione, la neve può avere densità molto variabili.
Tipo di neve Densità [kg/m³]
neve fresca molto leggera ca. 30
neve fresca ca. 100
neve feltrata 150 – 300
grani arrotondati 250 – 450
cristalli sfaccettati 250 – 400
brina di profondità 150 – 350
neve bagnata 300 – 600
nevato a firn 600 – 830
ghiaccio di ghiacciaio ca. 900
ghiaccio puro 917
Dimensioni delle valanghe
danni potenziali, deposito
Dim 1: valangha di piccole dimensioni (scaricamento)
Relativamente innocua per le persone, seppellimento improbabile (eccetto quando la zona di deposito è sfavorevole, attenzione al pericolo di caduta sui pendii estremi).
Si ferma su un pendio ripido.
Dim 2: valangha di medie dimensioni
Può seppellire, ferire o causare la morte di persone.
Può raggiunge il piede del pendio.
Dim 3: valangha di grandi dimensioni
Può seppellire e distruggere automobili, danneggiare autocarri. Può distruggere piccoli edifici e piegare alberi isolati.
Può percorrere terreni pianeggianti (nettamente inferiore a 30°) per una distanza inferiore ai 50 m.
Dim 4: valangha di dimensioni molto grandi
Può seppellire e distruggere autocarri pesanti e vagoni ferroviari. Può distruggere edifici più grandi e parti del bosco.
Percorre terreni a ridotta inclinazione (nettamente inferiore a 30°) per una distanza superiore ai 50 metri e può raggiungere il fondo valle.
Dim 5: Valangha di dimensioni estreme
Può devastare il paesaggio, ha un potenziale distruttivo catastrofico.
Raggiunge il fondovalle e le massime dimensioni note.
Distanza di sicurezza
Distanza da mantenere nell’attraversare zone esposte al pericolo valanghe per ridurne il rischio
Contrariamente alla distanza di alleggerimento adottando lo spazio di sicurezza, solo una persona alla volta è esposta al pericolo. Comunemente usato durante la discesa, quando una persona alla volta scia su un pendio ripido.
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E
Equivalente in acqua
L’equivalente in acqua è l’altezza della colonna d’acqua derivante da un campione di neve sciolta (espressa in mm), con riferimento alla stessa area. L’equivalente in acqua di 20 cm di neve con una densità media di 100 kg/m³ è 20 mm. Con una densità di 500 kg/m³ l’equivalente di un campione di 20 cm di neve è 100 mm di acqua.
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F
Firnspiegel
Sottile strato di ghiaccio sulla superficie del manto nevoso che si forma attraverso l’interazione della radiazione solare, della fusione e del raffreddamento per irraggiamento.
Spesso i versanti soleggiati appaiono con una superficie specchiata a causa dell’elevata riflettività del firnspiegel (maggiormente in primavera).
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G
Gradiente termico
Rapporto tra la differenza di temperatura misurata in due punti del manto nevoso, posti sulla stessa verticale, e la distanza tra i punti di misurazione. Il valore del gradiente termico regola i metamorfismi del manto nevoso e le conseguenti trasformazioni dei cristalli e dei grani.
Definizioni valori:
basso gradiente: gradiente < 5°C/m
medio gradiente: 5°C/m < gradiente < 20°C/m
alto gradiente: gradiente > 20°C/m
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H
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I
Irraggiamento
Emissione di radiazioni termiche a onda lunga (infrarosso) dalla superficie del manto nevoso verso l’atmosfera.
In assenza di copertura nuvolosa, la superficie del manto nevoso si raffredda notevolmente fino ad una temperatura inferiore a quella dell’aria (da qualche grado fino a 20° C).
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J
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K
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L
Limite del bosco
Zona limite definita in base al clima e in base alla presenza del bosco, in corrispondenza della quale il bosco stesso può avere ancora una funzione di protezione efficace contro le valanghe.
In Italia:
Alpi Occidentali: 2000-2200 m
Alpi Orientali: 1800-1900 m
Appennini: 1700-1800 m
Limite della nevicata
Altitudine sul livello del mare in corrispondenza della quale le precipitazioni cadono prevalentemente sotto forma di neve che si deposita al suolo.
Tale limite si colloca in genere 300 m al di sotto della quota dello zero termico. Può anche raggiungere i 600 m al di sotto della quota dello zero termico, in caso di precipitazioni abbondanti e/o entro valli chiuse.
Lontano dal crinale, pendio aperto
Zona che non è direttamente collegata con il crinale
Spiegazione più dettagliata:
Questa zona corrisponde spesso al passaggio da un terreno estremamente ripido a uno ripido. I tratti ripidi e i piccoli rilievi che non sono in relazione diretta con il crinale fanno ugualmente parte di questa zona. Le aree prossime al crinale e quelle lontane dal crinale non sono separate nettamente le une dalle altre. Il limite tra le due deve essere considerato come una zona di transizione.
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M
Metamorfismo costruttivo della neve
I cristalli di neve evolvono in cristalli sfaccettati e in forme cave a calice. I cristalli di grandi dimensioni si accrescono progressivamente mentre quelli piccoli si dissolvono. Questo comporta una perdita di resistenza dello strato di neve trasformato.
Spiegazioni più dettagliate: avviene durante la prima parte dell’inverno, soprattutto nelle zone in ombra, dove l’altezza della neve è ridotta e la vegetazione è arbustiva.
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N
Neve bagnata (problema tipico valanghivo)
l problema della neve bagnata è legato all’indebolimento del manto nevoso causato dalla presenza di acqua liquida. L’acqua infiltra il manto nevoso a causa di un forte impatto di radiazione (sole) che fa sciogliere il manto nevoso o della pioggia (che porta energia nel manto nevoso e quindi anche lo scioglimento).
Per ulteriori informazioni vedi Neve bagnata.

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Neve con coesione
La neve è coesa quando i singoli grani sono legati tra di loro (sinterizzati) ad una grado tale per cui un blocco di neve isolato con cautela, estratto non collassa.
La neve con coesione si forma per deposito di neve ventata o come risultante dei processi di metamorfismo distruttivo. Uno strato di neve coesa in prossimità di uno strato debole è una ulteriore condizione per la formazione di una valanga a lastroni.
Neve fresca (problema tipico valanghivo)
La situazione tipica è legata alle nevicate in atto o più recenti. Il sovraccarico prodotto dalla neve fresca su strati fragili esistenti e nuovi o coesione mancante tra i cristalli di neve fresca può provocare attività valanghiva. Generalmente il problema è distribuito ampiamente, presente su tutte le esposizioni e persiste durante la caduta di neve e per alcuni giorni dopo.
Per ulteriori informazioni vedi Neve fresca

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Neve ventata (problema tipico valanghivo)
La situazione tipo è legata a neve ventata. La neve viene trasportata dal vento e tipicamente imballata sui lati sottovento in canaloni, ciotole e dietro le linee di cresta o altri luoghi riparati dal vento. Il problema è meno diffuso e distribuito rispetto alla neve fresca.
Per ulteriori informazioni vedi Neve ventata.
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O
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P
Pendio in ombra, versante all‘ombra
Zona che risente solo marginalmente, o non risente affatto, della radiazione solare
Spiegazione più dettagliata:
in pieno inverno, quando il sole è basso sull’orizzonte, le zone in ombra sono più numerose che in primavera, quando il sole si alza sempre più al di sopra dell’orizzonte. A seconda dell’ombra prodotta dall’orizzonte locale, le zone d’ombra possono trovarsi a tutte le esposizioni e non solo sui pendii settentrionali.
Pendio soleggiato, esposto al sole
Zona molto influenzata dalla radiazione solare
I pendii tipicamente soleggiati presentano esposizioni che vanno da est a ovest passando per il sud, in relazione al momento della giornata (posizione del sole).
Spiegazione più dettagliata:
Queste zone sono meno estese in pieno inverno, quando il sole è basso, rispetto alla primavera, quando il sole è più alto sull’orizzonte.
Problemi Tipici Valanghivi
I cinque problemi tipici valanghivi (« avalanche problems ») come definiti dai Servizi Valanghe Europei EAWS hanno lo scopo di descrivere scenari/situazioni tipiche che accadono su terreno valanghivo e di fornire un supporto ai professionisti e agli utenti sportivi-ricreativi nella loro valutazione del rischio. Esse completano il grado di pericolo e i luoghi pericolosi (inclinazione del pendio e quota) e rappresentano il terzo livello della piramide informativa. Le seguenti definizioni comprendono una caratterizzazione generale del problema incluso la tipologia di valanghe attese, una descrizione della loro tipica distribuzione spaziale e dell’ubicazione del livello debole entro il manto nevoso, una caratterizzazione del meccanismo di distacco, una discrezione della durata tipica del problema e del periodo ed, infine, alcune indicazioni per l’utenza sportivo-ricreativa. I problemi tipici valanghivi sono pertanto principalmente rivolti all’utenza sportivo-ricreativa. Comunque, i problemi tipici valanghivi possono risultare utili anche per gli enti gestori. Per maggiori informazioni vedi Avalanche Problems.
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Q
Quantità critica di neve fresca
La neve fresca è un carico per il manto nevoso presente e, di conseguenza, aumenta il pericolo di valanghe.
La regola empirica per un carico critico di neve fresca è:
10 a 20 cm con situazioni sfavorevoli
20 a 30 cm con situazioni intermedie
30 a 50 cm con favorevoli situazioni
Favorevoli:
Vento da debole a moderato, temperatura dell‘aria poco sotto 0 ° C, superficie fortemente irregolare del manto nevoso vecchio, pendio sciato continuamente
Sfavorevole:
precipitazioni intense in breve tempo, vento forte (> 50 km/h, vento udibile, il bosco rumoreggia) bassa temperatura (inferiore a -5 a -10 ° C), nevicata su un vecchio manto sfavorevole (brina di superficie, croste o ghiaccio, superficie della neve vecchi; trasformata per gradiente, vecchio manto nevoso debole, pendio sciato raramente)
Glossario
R
Radiazione - irraggiamento
Irraggiamento che interessa il manto nevoso
La radiazione a onde corte (luce visibile) è riflessa per circa il 90 % a seconda del tipo di neve; la rimanente parte riscalda i primi cm del manto nevoso.
Le radiazioni a onda lunga (radiazione termica) sono trattenute dal manto nevoso praticamente al 100 %.
Regioni intralpine
Aree intercluse da elevati rilievi alpini e perciò povere di precipitazioni
Tipiche regioni intralpine in Svizzera sono il Vallese centrale, l’Engadina e i Grigioni centrali che sono situati tra i rilievi nord alpini e la cresta alpina principale. Regioni analoghe sono la regione Ortles-Venosta e la Valle di Oetz in Austria.
Rottura per scivolamento (bocca di balena)
Frattura del manto nevoso in tutto il suo spessore che accade quando la neve scorre su un pendio a velocità differenti
Particolarmente quando dalla frattura percola acqua di fusione o di precipitazione nella parte a valle, si può verificare il distacco spontaneo con slittamenti o valanghe di fondo.
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S
Sfaccettati (cristalli spigolosi)
Granuli di neve con superfici multiple e spigoli affilati risultati dalla metamorfosi costruttiva, in genere a coesione debole (meno punti di contatto). Un fattore critico per valanghe se uno strato di granuli spigolosi e coperto di neve con coesione.
Dimensione di grani tipica: 0,5 a 3 mm
Sinterizzazione
Formazione di legami tra i grani con risultato un aumento della compattezza
La sinterizzazione è più veloce quanto più elevata è la temperatura. La sinterizzaizone può essere particolarmente ben osservata in neve compattata (palla di neve, neve di deposito di valanga, vecchie tracce di sci).
Slittamento
Movimento lento verso valle del manto nevoso (da pochi millimetri fino a qualche metro al giorno); favorito da terreni a ridotta scabrezza (erbe lunghe, placche rocciose) oppure da terreni umidi
Questo movimento può creare delle fessure o delle aperture nel manto nevoso a forma di “bocca di pesce”.
Sovraccarico
debole sovraccarico
sciatore o snowboarder che effettua curve dolci, che non cade
gruppo che rispetta le distanze di sicurezza (minimo 10 m)
escursionista con racchette da neve
forte sovraccarico
due o più sciatori o snowboarder che non rispettano le distanze di sicurezza mezzo battipista
esplosione
escursionista a piedi
Strati deboli persistenti (problema tipico valanghivo)
La situazione è legata alla presenza di strati deboli nel manto di neve vecchia. Questi strati deboli includono tipicamente brina superficiale sepolta, neve pallottolare brina di profondità o cristalli sfaccettati. Gli strati deboli possono persistere per settimane o mesi; probabilmente per la maggior parte della stagione invernale.
Per ulteriori informazioni vedi Strati deboli persistenti.
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Strati deboli/fragili
Strati del manto nevoso la cui resistenza è bassa a tal punto che si possono produrre o poi propagarsi delle fratture tra i legami dei cristalli
Gli strati tipicamente deboli sono: brina di superficie inglobata nel manto nevoso, strati interessati da metamorfismo costruttivo, neve fresca a debole coesione ricoperta
Glossario
T
Trasporto eolico
Trasporto della neve ad opera del vento; Tale fenomeno inizia ad una velocità di vento di circa 4 m/s (circa 15 km/h) sulla neve a scarsa coesione e circa 10 m/s (35 km/h) sulla neve più compatta.
Spiegazione più dettagliata:
L’accumulo di neve ventata cresce al cubo della velocità del vento. Se la velocità del vento raddoppia, la quantità di neve ventata aumenta di 8 volte. Il processo di accumulo è massimo quando il vento raggiunge 50-80km/h, perché al di là di tale limite la capacità di erosione da parte del vento diminuisce.
Glossario
U
Glossario
V
Valanga (flusso veloce) di neve fradicia
Accadono in genere dopo che pioggia e/o un intenso scongelamento hanno prodotto più acqua di quanta ne possa defluire attraverso la neve. Le valanghe di neve imbevuta possono verificarsi in angoli di pendenza molto dolci. Di solito si manifestano nei climi artici su terreni permafrost quando la brina di profondità secca diventa rapidamente satura d’acqua in primavera.
Valanga di neve bagnata
Valanga composta da neve bagnata
Si muove in genere più lentamente di una valanga di neve asciutta e si sviluppa di conseguenza su una distanza più ridotta. In ogni caso, a causa della sua alta densità (massa volumica), esercita forti pressioni sugli ostacoli che incontra. Talora è identificata come valanga primaverile.
Valanghe di slittamento (problema tipico valanghivo)
La sitauzione viene caratterizzata dal scivolamento dell’intero manto nevoso su un terreno liscio (per esempio roccie o pendii erbosi). Queste valanghe di piena profondità si staccano a causa di un cedimento dello strato basale o di un perdito di attrito all’interfaccia del suolo nevoso. La presenza di acqua liquida all’orizzonte di scivolamento è cruciale per il rilascio. A seconda dell’origine dell’acqua, esse possono essere classificate in eventi caldi (l’acqua di fusione o la pioggia percolano il manto nevoso) e freddi (il terreno caldo provoca lo scioglimento dello strato basale o il deflusso dell’acqua di falda). Sono difficili da prevedere, anche se le rottura per scivolamento si aprono di solito prima di un rilascio.
Per maggiori informazioni vedi Valanghe di slittamento.
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Valanga nubiforme
Valanga (per lo più a lastroni) di neve a grani fini, asciutta che forma una mescolanza di aria e di neve e che si solleva totalmente o parzialmente al di sopra del suolo, producendo grandi nuvole di polvere di neve.
Raggiunge velocità nell’ordine di 100-300 km/h e può provocare delle onde di pressione dell’aria che provocano danni anche al di fuori della zona di accumulo.
Valanghe di ghiaccio
Rottura del ghiaccio di un ghiacciaio che cade da ripide balze
Alcune valanghe di ghiaccio possono evolvere in valanghe nubiformi. Nel loro percorso possono raccogliere neve che entra nel flusso della valanga. Le valanghe di ghiaccio hanno ripetutamente provocato grandi catastrofi.
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W
Whum, suono di assestamento
Suono ben distinto (“whumph” or “whumpf”) che si verifica quando il manto nevoso si assesta colmando lo spazio vuoto dei cristalli di uno strato debole quando uno strato debole collassa.
Il suono solitamente indica un manto nevoso instabile e può essere accompagnato da fessurazioni. Ripetuti whum sono un chiaro segnale di instabilità.
Glossario
X
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Y
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Z
HEADER PICTURE: Wind Signs © Ragnar Ekker, The Norwegian Avalanche Warning Service | EAWS